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Lo sciopero della fame per tenersi la ferraglia ..

di Salvatore Catania Ci sono personaggi politici, eletti in Sicilia, che nel vano tentativo di dimostrare quanto siano seriamente preoccupati delle difficoltà che incontrano i siciliani nel tentativo di trasportare uomini e merci in tempi e costi accettabili, dichiarano di volere addirittura fare lo sciopero della fame.   Ma quando leggo di presunte resistenze al taglio delle corse ferroviarie a lunga percorrenza, mi viene un po di rabbia. Ma non per la scomparsa di inutili vetusti orripilanti collegamenti tra la Sicilia e il nord ricco e ben infrastrutturato, e nemmeno al pensiero che un siciliano di Cattolica Eraclea o di San Giovanni Gemini impieghi ben sette ore per arrivare in treno a Messina, ma, per il ridicolo teatrino di chi ha sempre tutelato l'interesse delle compagnie di trasporto private, su gomma, destinatarie di ricche sovvenzioni regionali, e ha, da sempre, impedito che si intraprendesse un percorso serio per rifare i collegamenti ferroviari in un ottica modern

Una scheggia impazzita

di Salvatore Catania Un giornalista di Repubblica, fuori controllo, nel pieno della discussione su lacrime e sangue, ici e superici, da fare accettare al popolo sovrano, nella trasmissione Omnibus, su La7, di cui purtroppo mi è sfuggito il nome, dice: "non capisco perchè ci si ostini a volere realizzare l'alta velocità tra Genova e Tortona, che costa 6 (sei) miliardi, quando questa linea si ferma in mezzo alla pianura padana e non serve praticamente a niente"  .... GELO NELLO STUDIO .. I SUOI COLLEGHI GIORNALISTI,  SERVI E LACCHE', CON LO SGUARDO ATTERRITO E IMPIETRITO ...  Io non ne sapevo nulla, e forse gli italiani non ne dovevano sapere nulla, sia quelli  di serie B, (cioè quelli che vivono da Roma in giù), sia quelli di serie C (cioè quelli che vivono in Sicilia)…. perchè questo governo tecnico, con la lega solo formalmente all’opposizione, nonostante la crisi, sta portando avanti questo progetto. Mi è allora venuto in mente il quadro, anzi “l’accordo

Punti di vista ... neoborbonici

di Salvatore Catania La disgregazione dei movimenti indipendentisti siciliani si porta dietro diversi aspetti collaterali. Uno di questi è la vulnerabilità rispetto ai tentativi di cooptazione da parte di chi guarda alla Sicilia, e alle sue risorse, come un qualcosa di molto appetibile. La “furbizia” dei movimenti neoborbonici è conclamata nei continuati appelli all’unità dei movimenti meridionalisti finalizzati alla creazione di quella forza del sud di cui qualcuno ha già saccheggiato nome e missione. Persino lo splendido saggio di Pino Aprile, Terroni (si legge in un paio d’ore ed è ricco di sante verità) non è esente da critiche.  I siciliani più smaliziati, leggendo questo libro di grande successo,  vengono indotti a chiedersi del perché si parla per pagine e pagine dei fatti di Casalduni e Pontelandolfo e non si parla per niente di quello che è successo in quasi tutte le città e i paesi siciliani, a parte l’accenno ai fatti di Bronte, inevitabile perché troppo conosciuti

Quando indipendenza vuol dire decidere, per se e per gli altri

di Salvatore Catania                                 Indipendenza o Autonomia ?  Nasce il sospetto che questa questione possa divenire il mezzo attraverso il quale la vecchia politica, metta in pratica il più classico dei "Divide et Impera". Ma cos’è veramente l’indipendenza di un popolo? E’ un pezzo di carta violato come lo è, e lo è stato, lo Statuto Autonomo della Regione Siciliana? O è forse la facoltà di gestire il salvadanaio comune decidendo, senza rendere conto ad alcuno, di rendere sazi gli uni e affamare gli altri ? Se il criterio è questo le aree geografiche che corrispondono con quella zona della penisola, che gli esponenti neocolonialisti chiamano padania, indipendenti lo sono già adesso. Il concetto che bisogna comprendere non sta nell’inchiostro delle etichette ma nella vera, reale, sostanziale capacità di decidere, per se e per gli altri. E mentre noi siciliani stiamo qui, a discutere, se ci piacerebbe essere autonomi o indipendenti, questi “signori” decidon