di Salvatore Catania Ci sono personaggi politici, eletti in Sicilia, che nel vano tentativo di dimostrare quanto siano seriamente preoccupati delle difficoltà che incontrano i siciliani nel tentativo di trasportare uomini e merci in tempi e costi accettabili, dichiarano di volere addirittura fare lo sciopero della fame. Ma quando leggo di presunte resistenze al taglio delle corse ferroviarie a lunga percorrenza, mi viene un po di rabbia. Ma non per la scomparsa di inutili vetusti orripilanti collegamenti tra la Sicilia e il nord ricco e ben infrastrutturato, e nemmeno al pensiero che un siciliano di Cattolica Eraclea o di San Giovanni Gemini impieghi ben sette ore per arrivare in treno a Messina, ma, per il ridicolo teatrino di chi ha sempre tutelato l'interesse delle compagnie di trasporto private, su gomma, destinatarie di ricche sovvenzioni regionali, e ha, da sempre, impedito che si intraprendesse un percorso serio per rifare i collegamenti ferroviari in un ott...