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Dal referendum leghista alla soluzione Giannino

di Salvatore Catania

Penso che nessuno voglia mettere in discussione la vocazione industriale e  manifatturiera delle regioni del nord. Ma sapranno, i nostri bravi macchinisti, conduttori di potenti locomotive, sostenere la loro economia rinunciando alla cattiva abitudine di farlo sfruttando la restante parte del paese? 
Ci si chiede perchè in Sicilia si impedisca sistematicamente di realizzare le infrastrutture necessarie a rendere fattibile lo sfruttamento di risorse importanti, come il turismo o l'agroalimentare ?
I nostri prodotti agricoli vengono portati al mercato di Fondi, sottratti per pochi centesimi a chi quei prodotti con grande sacrificio li produce, e rispediti belli confezionati a 10 o 20 volte il prezzo pagato ai produttori, sugli scaffali dei supermercati siciliani. 
Si trova qualche prestigioso giornalista che ci spiega per quale motivo il lavoro degli agricoltori siciliani non possa diventare ricchezza anche per chi questa ricchezza la crea? 
Il triangolo d'oro dell'agroalimentare italiano, Parma, Ravenna, Ferrara, si arricchisce sfruttando la produzione degli agricoltori meridionali. 
Saprà questa macroregione del nord contare sulle proprie forze smettendola di cedere alla tentazione di trattare il sud come una colonia ?

Dice Oscar Giannino:

"Non si tratta di considerare la Macroregione Nord come un’idea “prendere o lasciare”, ma come un cantiere aperto. La sua essenziale importanza è quella di cogliere e rilanciare l’importanza rivestita ai fini nazionali dall’assecondamento invece che dall’ostacolo delle vocazioni produttive, di export, di innovazione e valore aggiunto che si annidano nel Nord italiano. Quanto più gli amministratori attuali sapranno articolare questo nuovo orizzonte aprendolo alle lezioni, alle sofferenze e alle passioni che ribollono nel tessuto d’impresa e nella società del Nord tanto duramente colpiti dalla crisi, ma insieme capaci di una straordinaria tenuta, tanto più la proposta, i suoi meccanismi partecipativi per definirne le caratteristiche prima ancora di farla divenire una compiuta proposta, potrebbero rappresentare la vera risposta alla stereotipata rappresentazione delle vane lamentele di Regioni e Comuni del Nord a ogni manovra finanziaria. Può essere un orizzonte nuovo vero, su cui confrontare e mobilitare il meglio delle esperienze del mondo accademico, della rappresentanza d’impresa, della società civile. Da replicare al Sud, tale e quale ma con la diversa declinazione di un’economia da rendere autoportante rispetto ai guasti decennali rappresentati da trasferimenti pubblici improduttivi, oltre che assai gravosi."
http://www.tempi.it/una-macroregione-nord-perche-rinasca-dal-basso-uno-stato-sussidiario?fb_action_ids=4126276008782&fb_action_types=og.likes&fb_source=aggregation&fb_aggregation_id=288381481237582#.UE3L6rIaPKO

Non è forse questo il modo  di guardare al Sud Italia e alla sua storia in maniera distorta e strumentale ?

Commenti

  1. La "verità" storica in ogni sfaccettatura, come premessa, per discutere seriamente dell'oggi, devono promuoverla il Sud e la Sicilia. Il Nord non ha alcun interesse a farlo. Daltronde leggendo i blog di molti meridionalisti, oltre ai richiami alla rivisitazione della storia, non si accompagnano mai proposte per l'oggi per portare ad indirizzi di politica economi diversi da quelli unidirezionali proposti da Giannino.
    Francesco Salinitro

    10 settembre 2012 04:57

    RispondiElimina
  2. Dice Oscar Giannino:

    "Non si tratta di considerare la Macroregione Nord come un’idea “prendere o lasciare”, ma come un cantiere aperto. ...."

    Bene, lavoriamoci e non lasciamola nelle mani sbagliate, se non si rischia un cantiere tipo SA-RC

    RispondiElimina

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