Un punto fisso nelle strategie adottate dai Ministeri dei Trasporti negli ultimi vent’anni è lo spostamento del traffico da gomma a ferro, che vuol dire spostare quanto più possibile passeggeri e merci, da strade e autostrade a treni e ferrovie.
I benefici derivanti da una tale scelta, abbattimento delle emissioni atmosferiche derivanti da traffico veicolare, risparmio drastico del consumo globale di energia derivante da prodotti derivati del petrolio, diminuzione delle cifre di incidentalità stradale e del numero dei morti, ecc., sono macroscopicamente evidenti.
Una strategia vincente destinata, però, solo agli "italiani" che vivono nel nord geografico della penisola italica.
Una tratta ferroviaria siciliana o calabrese che sia in grado di trasferire traffici strategici non è nemmeno prevista. I corridoi europei, oggi, possono essere considerati alla stregua del contratto che Silvio Berlusconi, farsescamente, stipulò con gli italiani. Ognuno, che abbia interessi, li cita, oggi, per giustificare ciò che più gli conviene.
Negli ultimi dieci anni c’è stata un’evoluzione del traffico navale veloce che ci indica come per la Sicilia sia conveniente, in funzione della tipologia di trasporto, puntare su porti e aeroporti.
E' necessario rivedere i criteri, utilizzati nella redazione del "Piano Regionale dei Trasporti", che devono, necessariamente, essere sostituiti da logiche dettate dall'evoluzione reale delle modalità di trasporto, sia per i vettori che per le infrastrutture.
Un controllo elettronico del traffico ferroviario (Alta capacità) che si pone l'utopistico obiettivo di trasformare la borbonica tratta ferroviaria Salerno - Reggio Calabria in una linea efficiente e veloce, è funzionale ad una politica scellerata che sin dall'Unità d'Italia ha "isolato" e vanificato ogni tipo di investimento che riguardava tutti i tipi di trasporti da Roma in giu'. La tratta Reggio Calabria - Bari, con tutta la fascia ionica calabrese è esclusa ed isolata da qualsiasi tipo di flusso commerciale o turistico. Ci sono punti che, a causa del raggio di curvatura particolarmente ridotto, presentano una pendenza trasversale sul piano rotaia che porta i passeggeri occupanti le cuccette a dare testate alle pareti del vagone (esperienza fatta personalmente).
Un'altro aspetto, che non tutti conoscono, è che la rotaia (scartamento e dimensionamento strutturale) e le sagome utili (forma delle gallerie e degli accessi a sagoma fissa) sono assolutamente diverse nell’alta velocità, tali da non rendere possibile trasferire passeggeri e merci da una tipologia all'altra senza cambiare vettore e infrastruttura.
Questo è uno dei principali motivi per cui il parco treni tradizionale, nel momento in cui trenitalia è impegnata nella realizzazione e nel miglioramento dell’alta velocità al nord, molto difficilmente sarà rinnovato. E’ molto probabile piuttosto che, nella migliore delle ipotesi, ci ritroveremo i vecchi treni che trenitalia, come al solito, spedirà da nord verso sud.
Insomma, anche se avessimo una buona rete ferroviaria in Sicilia, anche se buttassimo miliardi di euro nelle tasche degli affaristi del nord, per fare un inutile distruttivo, assurdo, ponte sullo stretto una volta fuori dalla Sicilia ci ritroveremmo punto e accapo.
Ed è per questo motivo che si rende necessario, e urgente, mettere in atto la revisione dei piani dei trasporti siciliani, incaricando gente competente e che svolga questo lavoro, finalmente, negli interessi dei siciliani, così da puntare su quelle modalità di trasporto che ci permettano di superare le barriere, che lo Stato italiano si impegna continuamente ad erigere per mantenere in Sicilia isolamento e sottosviluppo.
E’ noto il grande impegno che hanno messo tutti per fare fallire una giovane compagnia di navi veloci che a prezzi competitivi faceva la spola tra Genova Voltri e Termini Imerese.
Ci siamo stufati di narrare il disegno colonialista dello Stato Italiano che vede i siciliani come risorsa da sfruttare anche quando si spostano (un viaggio con gnv di una famigliola con auto e cabina arriva a costare anche 1000 euro). Facciamo quindi molto comodo nella veste di consumatori di carburante, utenti di esosi pedaggi autostradali, numeri nelle statistiche degli incidenti stradali.
La Sicilia deve aver una rete ferroviaria moderna ed efficiente che abbia lo scopo di collegare le città siciliane, che privilegi i collegamenti tra le splendide città d'arte che possediamo. Penso, per esempio, a dei collegamenti veloci tra Siracusa e Trapani o tra Palermo e Catania, tratte moderne elettrificate e a doppio binario e non l'attuale frutto del vano tentativo di recuperare la rete esistente.
di Salvatore Catania
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