ok, ma gli insegnanti sono sempre maltrattati e sottopagati, imporre un obbligo come questo da un lato riconosce l'importanza della categoria, dall'altro pone il vomitevole confronto tra la retribuzione di un docente e quella di un infermiere, e il 50% del lavoro il docente lo fa gratis a casa sua e a proprie spese. Sono finiti i tempi in cui l'insegnante era un ruolo destinato a chi non voleva annoiarsi a casa all'ombra di un coniuge prestigioso professionista, oggi il vero professionista è l'insegnante. Sono tanti e tali gli impegni, gli obblighi, le conoscenze richieste da portare il ruolo e l'importanza dell'insegnante nella società ad essere paragonabile a professioni pubbliche che vengono pagate almeno il doppio. O l'insegnamento torna ad essere un attività fatta apposta per "arrotondare" o gli sia dia la giusta dignità, soprattutto dal punto di vista economico!
di Salvatore Catania Ci sono personaggi politici, eletti in Sicilia, che nel vano tentativo di dimostrare quanto siano seriamente preoccupati delle difficoltà che incontrano i siciliani nel tentativo di trasportare uomini e merci in tempi e costi accettabili, dichiarano di volere addirittura fare lo sciopero della fame. Ma quando leggo di presunte resistenze al taglio delle corse ferroviarie a lunga percorrenza, mi viene un po di rabbia. Ma non per la scomparsa di inutili vetusti orripilanti collegamenti tra la Sicilia e il nord ricco e ben infrastrutturato, e nemmeno al pensiero che un siciliano di Cattolica Eraclea o di San Giovanni Gemini impieghi ben sette ore per arrivare in treno a Messina, ma, per il ridicolo teatrino di chi ha sempre tutelato l'interesse delle compagnie di trasporto private, su gomma, destinatarie di ricche sovvenzioni regionali, e ha, da sempre, impedito che si intraprendesse un percorso serio per rifare i collegamenti ferroviari in un ott...
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